Dei nerd e dei geek

di Francesco Napoleoni

La mia esperienza decennale nel campo dell’informatica nonché la altrettanto longeva presenza in Rete mi hanno messo in contatto con un mondo, quello dello sviluppo scientifico e tecnologico dei calcolatori e del software, estremamente complesso e variegato, fatto di persone, invenzioni, eventi, movimenti culturali e ideologici, che vale la pena esplorare un po’, per capire cosa si muove “dietro le quinte”.

In particolare vorrei qui approfondire su due termini correlati che mi paiono molto significativi nei loro risvolti psicosociologici: nerd e geek.

Un po’ di storia

Il termine nerd nasce in America presumibilmente nel 1950, come nome di un animale di fantasia nel libro per bambini If I ran the zoo.

Ci sono anche altre ipotesi sull’origine del termine, legate al giudizio di valore sulla personalità. Negli ambienti universitari americani, sempre intorno agli anni cinquanta del secolo scorso entrarono nel linguaggio alcune varianti del termine come nurd, gnurd (usato al MIT), nert (una storpiatura di nut, che inglese significa “matto”), knurd, cioè la scrittura inversa di drunk (ubriaco), ad indicare quelle persone che partecipavano poco ai party e non bevevano.

Nel giro di una ventina d’anni il termine ha assunto il significato che oggi conosciamo: comunemente sono definiti nerdquegli individui (tradizionalmente maschi bianchi) con caratteristiche generalmente simili alle seguenti (ma non limitatamente ad esse):

  • spiccata intelligenza;
  • forte, ossessiva passione per materie scientifiche (in particolare matematica ed informatica), cui si dedicano anima e corpo, spesso con grandi risultati;
  • non di rado si interessano di molteplici argomenti, mostrando una cultura fuori dal comune anche al di là della loro principale attività;
  • scarsa attenzione al vestiario, e talvolta anche all’igiene personale ed all’alimentazione;
  • scarsa capacità di rapporto con gli altri (specie i non-nerd), con atteggiamenti al limite dell’autismo (sospetta sindrome di Asperger, secondo alcuni);
  • più recentemente, passione per la letteratura fantasy, fantascientifica e horror, fumetti, film, serie TV e giochi di ruolo.

A giudicare da questa incompleta lista di tratti si notano due cose: anzitutto che il termine nerd è un contenitore piuttosto ampio di tratti caratteriali talvolta scarsamente correlati tra loro; in secondo luogo suggerisce la connotazione sostanzialmente negativa associata ai nerd, cui si fa riferimento, nel migliore (?) dei casi come “scienziati pazzi” o “geni”, o più spesso come persone “sfigate”, “perdenti” o peggio ancora “malate” di qualche problema psichico che le renderebbe socialmente inadatte o detestabili.

Scavando un po’ sotto la superficie si scopre un mondo alquanto variegato, con i suoi linguaggi, le sue ideologie, i suoi leader, le sue filosofie, i suoi problemi piccoli e grandi.

Un po’ di chiarezza

Chi è, di fatto, un nerd?

Una prima, grossolana definizione, e tuttavia emendata da accezioni negative, potrebbe essere: un individuo tendenzialmente introverso che ha sviluppato una o poche passioni specifiche, nelle quali impiega la maggior parte delle proprie energie.

Con questa definizione possiamo ricondurre il significato derogatorio del termine al pregiudizio che grava sull’introversione nella nostra società; pregiudizio in questo caso aggravato dal fatto che spesso l’oggetto dell’interesse del nerd è percepito all’esterno come accademico, inutile, improduttivo, inefficiente o infantile.

Ma quali sono le passioni tipiche dei nerd? E c’è sempre il tratto di “genialità”?

Probabilmente una risposta esauriente a questi due quesiti sarebbe più di competenza di sociologi e psicologi che non mia, tuttavia qualche considerazione generale credo di poterla fare qui senza discostarmi troppo dalla realtà.

Secondo me è importante fin da subito disgiungere la condizione di nerd dall’iperdotazione psichica: non è affatto detto che tutti coloro che si dedicano anima e corpo ad una certa attività abbiano particolari doti di creatività o di intuizione. È vero tuttavia che molti personaggi che presentano i tratti caratteristici del nerd, hanno dato contributi anche notevoli in molti campi.

In secondo luogo, trattandosi di uno stereotipo sociale, nel corso del tempo ha subito delle variazioni di interpretazione, perlopiù proprio perdendo parzialmente il tratto di ‘spiccata intelligenza’.

Ipotesi sulla genesi del termine

Partendo da un punto di vista storico mi pare che possibili antesignani dei nerd siano stati quegli scienziati (americani o europei approdati negli Stati Uniti per sfuggire alle catastrofi politico-sociali dell’Europa della prima metà del XX secolo) che hanno lavorato molto nel campo della logica matematica e che hanno contribuito direttamente o indirettamente alla nascita dell’informatica. Essi infatti, forse più che i fisici e gli ingegneri del loro tempo, hanno contribuito con i loro studi apparentemente astratti (almeno in un primo tempo) alla realizzazione (parziale) di alcuni sogni evocati dalla letteratura fantascientifica, in quel periodo piuttosto prolifica.

Con la realizzazione dell’ENIAC, il primo calcolatore elettronico programmabile, basato sulle teorie di Alan Turing e di John von Neumann 1, la realtà sembrò superare la fantasia, e nel giro di pochi anni fiorirono l’Intelligenza Artificiale e la Robotica, e la stessa fantascienza ebbe nuovi grandi impulsi, basti pensare alla saga dei robot di Isaac Asimov a 2001: Odissea nello spazio di Arthur C. Clarke 2.

Mi verrebbe quindi da dire che il nerdismo(ignoro se questo termine sia inventato da me o meno) nasce proprio dall’intreccio tra lo sviluppo scientifico e tecnologico di quel periodo e la contemporanea fioritura di un certo filone di letteratura su macchine intelligenti e robot.

Nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, negli Stati Uniti il governo diede grande impulso alla ricerca scientifica — in verità più per affermare il proprio primato rispetto al grande nemico sovietico che per puro amore della conoscenza — e le università e le grandi aziende si diedero un gran da fare per sviluppare nuove tecnologie che usiamo ancora oggi e useremo per molto tempo ancora, ed un gran numero di ricercatori si dedicava anima e corpo ai propri studi ed esperimenti; in questo ambito si formò la seconda generazione di informatici e si costituirono gruppi di lavoro storici, ai quali dobbiamo l’invenzione di molti linguaggi di programmazione, di Internet, del sistema operativo Unix etc. …

È importante notare che il lavoro di queste persone era per loro un’attività totalizzante 3— un nerd ante litteram— affermò: “I matematici sono macchine che trasformano caffè in teoremi”. Applicabile, mutatis mutandis, anche agli informatici, in particolare gli hacker.— quasi una “missione” —, che influenzava la loro Weltanschauung in maniera molto profonda: i vari gruppi di lavoro formavano quasi delle comunità a sé all’interno degli atenei e nei laboratori delle grandi aziende, con una propria cultura, un proprio linguaggio, le proprie idiosincrasie. È probabilmente in questo contesto che il termine nerd ha tratto la propria origine con il significato che conosciamo.

La discendenza dei nerd

Questa sorta di autoesclusione dei gruppi di ricercatori, la loro apparentemente impenetrabile scienza (ed intelligenza), col tempo hanno ingenerato nella popolazione americana una certa incomprensione e forse un po’ di invidia, razionalizzata nell’immagine di “genio sfigato”, che è stata poi generalizzata — specie a livello giovanile — a tutti quegli individui che avevano qualche interesse particolare, erano timidi e riservati, poco o punto inclini alla competitività e refrattari alle tendenze e alle mode della maggioranza dei giovani, magari un po’ dimessi nell’abbigliamento, etc..

Il pregiudizio nelle scuole americane

È opportuno fare una piccola digressione sull’ambiente delle high school americane, ove è presente una certa stratificazione sociale, che — a quanto pare— vede in cima i personaggi più estroversi ed inclini alla “scalata sociale”, quelli più appariscenti e superficiali e alla base gli outsider, cioè coloro che invece vanno per la loro strada e non sono interessati a mostrarsi a tutti i costi come i “numeri uno” nell’aspetto, nella prestanza fisica e nella self-confidence 4. Questa sorta di sistema di caste ha prodotto nel tempo (grosso modo nel periodo a cavallo tra gli anni 70 ed 80 del XX secolo, complice l’ascesa della cultura Yuppie) una netta separazione tra nerd e non-nerd, e en passant ha anche prodotto “mostri”: le tragedie che attraverso i telegiornali ci giungono periodicamente dalle scuole statunitensi, in cui il copione è più o meno sempre quello di uno o pochi ragazzi che — apparentemente di punto in bianco — imbracciando un’arma fanno strage di studenti e insegnanti per poi uccidersi (o almeno provarci), ad un’ analisi neanche troppo approfondita appaiono immediatamente correlabili alla frustrazione di questi individui — discriminati come nerd —, che col tempo si trasforma in odio parossistico, con esiti catastrofici. In realtà questo argomento è piuttosto complesso e merita una discussione approfondita, che esula dagli scopi di questo saggio.

La rivincita dei nerd, ovvero ‘The geek chic’

In realtà, probabilmente proprio a partire dagli anni 80, la cultura nerd ha avuto una sorta di “rimbalzo” in positivo: l’avvento dei primi personal computer e la diffusione della telematica (con le BBS e Usenet prima, e Internet e WWW dopo) hanno accresciuto notevolmente le comunicazioni non più solo tra centri di ricerca, ma anche e soprattutto tra singoli individui, dapprima solo in America, per poi espandersi a tutto il mondo, in un processo che ancora oggi è fortemente attivo, ed è sotto gli occhi di tutti.

Questa rivoluzione nelle comunicazioni ha fatto sì che aumentasse esponenzialmente lo scambio non solo di software, ma anche di idee, di linguaggio, di passioni comuni tra migliaia e migliaia di persone, spesso giovanissime, fin quasi a creare un mondo parallelo (si potrebbe parlare di “realtà virtuale”, che tanto virtuale poi non è, a ben vedere) piuttosto variegato.

Un primo ed immediato segno di tale complessità sta nella moltiplicazione dei termini per indicare varie sottoculture nel calderone nerd: gli appassionati di informatica “buoni” sono diventati hacker, quelli “cattivi” (cioè quelli che tentavano di violare macchine e reti altrui per danneggiarle) cracker, quelli di telecomunicazioni phreaker, etc.

Va citato inoltre un film del 1984 (La rivincita dei Nerds), che sdoganò anche in Italia il termine e l’immagine dei nerd.

A partire dagli anni 90, con l’introduzione del World Wide Web e la massificazione delle tecnologie informatiche, si assiste ad una certa reciproca contaminazione tra la cultura nerd ed il mondo circostante: si moltiplicano libri di fantascienza e fumetti, film fantasy, cartoni animati giapponesi, giochi di ruolo (sia cartacei che per computer), etc., raggiungendo il grande pubblico; il linguaggio usato fino a quel momento solo nei newsgroup (perlopiù pessimi neologismi, sigle ed emoticone) 5 diventa pian piano di pubblico dominio; lo stesso termine nerd viene parzialmente sostituito da geek, che viene progressivamente usato con connotazioni più positive, tanto che — volendo fare un esempio — negli ultimi anni si assiste a situazioni come questa: nella prefazione di un libro tecnico dedicato alla progettazione di applicazioni web 6, un illustre personaggio del campo (Grady Booch) tesse le lodi dell’autore, scrivendo (il grassetto è mio)

[…]

È stato un piacere lavorare con Jim negli anni passati: è un esperto progettista e architetto, e ha la rara qualità di essere un geek, cioè una persona che comprende la tecnologia ed è anche in grado di comunicare ciò che conosce con uno stile apprezzabile.

I giovani nerd/geek, da parte loro, iniziano a subire l’influenza di altre sottoculture giovanili, quali quella dark o quella emo, assumendo un aspetto più cupo e “cattivo”, probabilmente un po’ per autodifesa rispetto alle angherie delle “caste superiori” delle scuole superiori americane, un po’ per solidarietà con altri giovani “ai margini”.

Più recentemente la cultura geek si è parzialmente sganciata dal mondo dell’informatica come scienza, ed è diventata quasi una moda, sulla scia del grande interesse suscitato dalle nuove produzioni televisive e cinematografiche (per esempio i film di Quentin Tarantino, la saga de Il Signore degli anelli…), dai videogiochi online, che coinvolgono masse sempre maggiori di persone, ed altri toposculturali portati all’attenzione del grande pubblico. Esiste perfino un sito web chiamato ThinkGeek (il cui slogan è “Stuff for smart masses”) che vende gingilli tecnologici e gadget tra i più bizzarri che abbiano a che fare con i computer o i giochi di ruolo, specie di genere fantasy.

Otaku e Hikikomori

Un’ulteriore sottocultura, analoga a quella geek ma proveniente dal Giappone, è quella degli Otaku, cioè gli appassionati in maniera ossessiva soprattutto di Manga e Anime e videogiochi, la quale cela purtroppo anche una quota di individui disagiati, chiamati Hikikomori, che si autoconfinano in casa, rifiutando il contatto con la loro società e rifugiandosi nel mondo parallelo della Rete, passando le proprie giornate tra il letto ed il computer; talvolta questi individui albergano delle depressioni gravi o delle psicosi, ed una certa percentuale commette suicidio. Il fenomeno Hikikomori sta creando un crescente allarme sociale in Giappone, ove si stima che riguardi circa il 20% dei giovani.

I nerd oggi

I personaggi che hanno inconsapevolmente gettato le basi di questa cultura 7, cioè gli scienziati e gli hacker di vecchia generazione, hanno continuato per la propria strada, concentrandosi sulla ricerca e l’innovazione. I più anziani di loro ormai sono morti negli ultimi quindici anni, lasciando un’eredità notevole, mentre quelli di seconda generazione, cioè quelli che hanno iniziato tra gli anni 60 e gli anni 70, si sono ritrovati in gran parte a spostarsi dagli ambienti accademici alle grandi industrie.

Altri, per motivazioni personali e/o ideologiche hanno deciso l’impegno sociale e politico nel loro campo. Un caso su tutti è quello di Richard Stallman, il fondatore della Free Software Foundation e indiretto ispiratore di Linux. Un personaggio notevole, che da “topo di laboratorio” al dipartimento di Intelligenza Artificiale del MIT negli anni 70, ora gira il mondo a fare conferenze abbigliato come una specie di santone tutto barba e capelli, predicando i suoi ideali di libertà applicata all’informatica e non solo. Mi riprometto di dedicare un articolo futuro ad una figura così carismatica e innovatrice, e tuttavia poco conosciuta al di fuori del suo ambito.

A proposito di hacker, vale la pena di citare il Jargon File, una raccolta di documentazione ed un glossario di termini utilizzati dagli hacker, che contiene anche alcuni capitoli dedicati alla psicologia di questi ultimi (A Portrait of J. Random Hacker).

Conclusione

Questo piccolo saggio, che inizialmente doveva essere un semplice articolo di un paio di sezioni, è per sua natura incompleto e non ha pretese di affermare alcunché di definitivo, ma mi auguro possa gettare un po’ di luce e chiarire alcuni aspetti su una realtà così articolata come quella del mondo nerd, un calderone estremamente vasto che abbraccia ormai una fetta non indifferente di popolazione nel mondo industrializzato.

Bibliografia

  1. Anepeta, L., Hikikomori, http://www.nilalienum.it/Sezioni/Aggiornamenti/Psichiatria/Psichiatria/Hikikomori.html, consultato a ottobre 2008.
  2. Gillespie, N., Schools of alienation — school culture is acknowledged as repressive and brutish, http://findarticles.com/p/articles/mi_m1568/is_3_31/ai_55015492/, 1999.
  3. Graham, P., Why nerds are unpopular, http://www.paulgraham.com/nerds.html, 2003.
  4. Katz, J., Voices from the hellmouth, http://slashdot.org/articles/99/04/25/1438249.shtml, 1999.
  5. Konzack, L., Geek culture — The third counter-culture, http://www.vrmedialab.dk/~konzack/GeekCulture.pdf, 2006.
  6. Priarone, S., Nerd Power, Tunué, Latina, 2006.
  7. Raymond, E. S., Steele, G. L. et al., The jargon file, versione 4.4.7, http://www.catb.org/jargon/html/index.html, consultato a ottobre 2008.
  8. Wikipedia in inglese e in italiano (varie voci), consultata a ottobre 2008.
  1. Turing e von Neumann sono stati due personaggi sicuramente iperdotati, su cui varrebbe la pena fare un’analisi psicologica approfondita.
  2. Interessanti anche questi due signori, che in maniera diversa hanno vissuto la loro vita a cavallo tra scienza e fantascienza.
  3. Molto tempo fa il matematico Paul Erdős
  4. Uso appositamente qui l’espressione inglese, poiché, assieme alla assertiveness sembra essere un vero tormentone della psicologia spicciola degli americani, e che solo in parte ha seguito qui in Italia.
  5. A proposito di pessimi neologismi…
  6. Per i non addetti ai lavori: siti web interattivi.
  7. Secondo la nota bibliografica 5, il fenomeno nerd/geek sarebbe addirittura una controcultura, esattamente la terza, dopo quelle degli hippie, negli 60 e 70 del XX secolo e degli yuppie, negli anni 80.